Milano Underground: uno sguardo nelle vene della città
- Admin
- 8 nov 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Milano Underground:

Underground, non è solo metro, a livello culturale riporta nelle menti di tutti noi determinate immagini, ricche di colori sbiaditi, quelli di muri dipinti da tanto tempo, da mani di tanti che si sono susseguiti e hanno stratificato la loro arte, di foto a grana grossa, che non rimpiangono l’HD e di musica che sempre e da sempre guarda a domani. Questo è quello che la scena Underground riporta nella mente di tutti, ma non è solo questo. È sperimentazione, in tutte le forme dell’arte, come intendiamo noi l’arte, musica compresa quella digitale, fotografia, la wall art, la street art, illustrazione, pr, la notte in generale, che porta consiglio anche se non dormi. A Milano, che tanti pensano sia completamente addormentata, fatta solo di moda, fatture e business, prima di questo, sotto, scorre il sangue di una città che oltre l’anima business e la nota di fondo che ricorda la provincia, si scopre in un fermento non poco invidiabile. È ovvio l’immagine della città e la sua vocazione sono palesi a tutti, ma anche la scena underground ne è influenzata ed inevitabilmente influenza la società in generale e la moda in primis. Tanti i locali e le persone che possiamo considerare “le notturne porte dell’underground meneghino”, scopriamo infatti una città piena di colori, piena di volti e di suoni nuovi, con una freschezza, innovazione e creatività che paragonabili a tante altre capitali internazionali, certo sempre con un inconfondibile stile, quello della capitale della moda. Di locali ne troviamo tanti, sia nel centro che non, quartieri cool in rivalutazione, diversi, per tutte le fasce di età e le tasche, da NoLo a Isola, Ticinese / Carrobbio e via dicendo, l’immagine è quella di una città nuova che sta tirando su nuove schiere di volenterosi giovani imprenditori, che stanno portando al centro la moda, la musica ed il modo di fare e di pensare della sveglissima cultura underground, che sì, non è morta, è viva, sotto una marea di cose e di intenzioni, ma è viva e con tanta voglia.
circolo magnolia milano credit photo F. // Chicca // K. Silva La stiamo vedendo sempre più spesso riaffiorare grazie ad alcuni visionari come Marcelo Burlon, che con il suo marchio e il suo modo di proporlo, porta la cultura del clubbing e del nuovo formale sempre più in centro. Infatti durante la scorsa settimana della moda abbiamo visto sfilare una collezione di tutto rispetto e a dire il vero splendida dalla scarpa sino agli accessori e per lo styling. Splendida, ma l’evento in sé ha significato anche molto altro, batterie al centro del teatro e Mikky Blanco al microfono. Questo per me è un esempio perfetto della cultura e delle capacità di chi respira il vero fermento della città, ricca di quelle persone che la abbelliscono tutti i giorni con la loro wall art, come i ragazzi di “Wall of Milano” (infondo troverete i link ai loro profili), dj e clubber, ristoratori, barbieri e tanti altri. Chi ha vissuto Milano, ricorderà sicuramente l’SGA di Arese, possiamo definirlo il CBGB italiano, se non è osare troppo, ormai nella storia, ovviamente, poi il Magnolia, il Dude, il LoFi, il Q21, il Leoncavallo, il Biko, i Magazzini, lo storico Rocket. Alcuni di questi locali sono stati nella storia della città un vero e proprio punto di riferimento del fermento culturale come anche il Cox18, il Tunnel, il Dude etc…
leoncavallo milano credit photo diadà
È un tema molto complesso quello della cultura underground milanese, esiste perché c’è qualcuno che la fa e soprattutto è riconoscibile perché c’è qualcuno che la rende visibile al grande pubblico, dai muri del Cox18 alle casse del Leoncavallo passando per i vari collettivi come Elita, Lobo, Skeng sino ad arrivare alle sfilate, si fa quello che si sa fare meglio, e non è solo questione di far serata. Il pubblico è sempre più ampio, sempre più assetato di novità, le nuove sonorità, i nuovi colori, le forme, sono le nuove frontiere che tutti i giorni vanno spostate per saziare una cultura che non si basta da sola. Curiosità e sperimentazione, sono i pensieri alla base di tutto, di cui la città ne è piena,come di locali, muri e persone. Vanno incise le traccie, dipinti i muri e disegnati i bozzetti per il domani, anche perché ormai se non ci pensiamo noi chi ci pensa? Alla fine quello che indosseremo in futuro, la musica che ascolteremo domani, è estremamente probabile che stia camminando o stia facendo vibrare le casse dei locali notturni di oggi, un profilo decisamente interessante quello della capitale della moda. Oltre la moda c’è di più, sì, è qui che si fa la tendenza, è qui che quello che non va al Pitti, che toglie i calzini e mette il cappello, sfila in passerella e viene esportato nel mondo come il futuro stile di una Italia che si sta rinnovando, e questo non tutti lo sanno. Il colore della notte veste le passerelle, riveste gli armadi e scrive la pelle dei futuri signori di una città diversa, stretchata tra le case sull’acqua dei navigli e l’acciaio e vetro del suo futuro. Tendenza, creatività e business, in una parola: Milano
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